UN LENTO VIAGGIATORE
Mi chiamo Giovanni Bloisi, mi piace viaggiare e, soprattutto, mi piace farlo in bicicletta. Il mio modo di pedalare però non è quello usuale di chi utilizza le due ruote: infatti, se cercate di me su Internet, troverete che, per ciò che faccio, mi chiamano "GIOVANNI IL SUPERCICLISTA". Un nome che ricorda i super eroi dei fumetti, cosa che non mi si addice affatto.
Io preferisco definirmi un "LENTO VIAGGIATORE SOLITARIO IN BICICLETTA". Viaggio piano, così da permettere alla mia bicicletta di dialogare con la strada, soprattutto con le vie meno battute, quelle che più hanno da raccontare. E viaggio solo, perché i miei percorsi richiedono meditazione.
Quando si viaggia lenti, senza l'assillo del tempo, si ha la possibilità di apprezzare in modo profondo tutto ciò che ci circonda, al punto tale che anche il saluto di una persona incrociata per caso lo si riesce a vivere in maniera più intensa, perché si ha l'opportunità di ascoltare ed osservare lo sguardo di chi ce lo ha porto, di cogliere la possibilità di rispondere, di interloquire e di far nascere una nuova amicizia.
Esattamente come succede sempre durante i miei viaggi, il cui fine non è mai la meta da raggiungere.
L'obiettivo per cui viaggio è molto di più di una località.
Io viaggio perchè desidero che, attraverso il mio lento pedalare per le strade del mondo, si comprenda l'importanza della Pace e della Fratellanza tra gli uomini, mantenendo viva la Memoria sia sulle vittime delle guerre, dell'odio, della violenza, dell'intolleranza, del razzismo e sia sulle motivazioni che portarono a tanto. Con la mia bicicletta raggiungo quegli angoli del mondo che sono stati teatro di eventi tragici e il mio viaggio diventa strumento di narrazione di quegli eventi e della storia delle persone che li subirono.
Poi quando torno racconto ciò che ho visto, perché la Memoria che raccolgo deve essere condivisa.
Lo faccio perchè ritengo che un popolo senza Memoria, senza il Ricordo della Storia dei propri Padri, è destinato a ripetere gli stessi errori già fatti.
Ecco perchè il giornalista Matteo Fontana mi chiama "IL CICLISTA DELLA MEMORIA".
MANTENERE VIVA LA MEMORIA
PER NON PERDERE MAI PIÙ LA LIBERTÀ
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