2019. A MARZABOTTO E CONSELICE
VARANO B. (VA) - CONSELICE (RA) - MARZABOTTO (bO)
L'IMPORTANZA DI ESSERE LIBERI
Sempre pronto con la bicicletta a portare la mia testimonianza attiva di Democrazia e ricordo della Storia, da Israele, alla Russia e nei luoghi in Europa e in Italia tragicamente segnati dalle guerre, dalla violenza, dall'intolleranza e dal razzismo, ripartii il 30 settembre 2019 nella veste di “ambasciatore” di ANPI Provinciale Varese, a nome di tutte le Sezioni dell’Associazione.
Stavolta un viaggio breve, ma non per questo meno significativo dei precedenti.
Prima tappa, Piangipane di Ravenna, al Cimitero del Commonwealth e della Brigata Ebraica, con la delegazione composta dai rappresentanti dell’esercito canadese e da alcuni reduci liberatori di Ravenna. In questo luogo sono sepolti 956 militari alleati, caduti su vari fronti del Ravennate. Fra le svariate nazionalità, anche trentatrè volontari ebrei palestinesi della Brigata Ebraica.
Il cimitero conserva inoltre, in un settore separato, le spoglie di un gruppo di caduti della Prima Guerra Mondiale.
Questa tappa era già stata da me onorata nel 2017, nel viaggio che si concluse in Israele, dedicato alla Memoria dei Bambini di Selvino.
Seconda tappa, Conselice, in provincia di Ravenna, per il tredicesimo anniversario della posa del Monumento alla Stampa Clandestina e alla Libertà di Stampa, dove una ormai “pensionata” macchina da stampa, una “pedalina”, ricorda l’impegno di coloro che, durante la lotta di Liberazione, lavorarono ininterrottamente e con fatica per informare gli Italiani di quanto succedeva sul fronte del Comitato di Liberazione Nazionale. Alle spalle della pedalina, le lastre impresse con le testate dei giornali che si stampavano e sopra le bandiere di un’Italia liberata e di un Europa unita, che più di settant’anni fa era nei sogni e negli ideali di chi combatteva.
Terza tappa, Marzabotto, per portare un commosso saluto, nella ricorrenza del 75° Anniversario della
Strage.
Fu chiamata “Marcia della morte”, quella del reparto corazzato di ricognizione della 16 a Divisione Panzer SS,
comandato dal Maggiore Walter Reder, responsabile dei principali massacri di civili avvenuti in Italia, lungo
la Linea Gotica (linea difensiva tedesca ideata e controllata da Albert Kesserling), lo sterminio di intere
comunità. Le stragi, atti di terrorismo volti a destabilizzare il legame fra la popolazione e la Resistenza,
vennero compiute dai nazisti con la correità dei fascisti locali, che aprirono loro la strada.
Quella di Marzabotto (o di Montesole) fu l’ultima e la più vasta, in termini numerici: 775 morti comprovate, ma il numero potrebbe essere più alto. Il massacro si consumò fra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944, nei Comuni di Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno. Le modalità di uccisione furono di una tale efferatezza, da risultare inenarrabili.
Durante il percorso, a Casalecchio di Reno, colsi l'opportunità di fare visita a a Maria Zappi, vedova di Graziano Zappi detto Mirco, grande partigiano, che scrisse un libro importante, dal titolo La Rossa Primavera
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