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2017. IN ISRAELE CON I BAMBINI DI SELVINO

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VARANO BORGHI (va) - ISRAELE 

ALLA RICERCA DEI BAMBINI DI SELVINO

 

Il viaggio a Selvino, per la Memoria di  Sciesopoli ebraica (“Sciesopoli”, ex colonia estiva destinata, durante il fascismo, a “Figli della Lupa” e “Balilla”, divenne, nel dopoguerra, casa di accoglienza per 800 bambini ebrei europei, orfani, reduci dai Lager nazisti), aveva lasciato il segno: a distanza di poche settimane ricevetti dalla Comunità Ebraica di New York, attraverso Miriam Bisk, presidente dell’Associazione Children of Selvino, un invito per un incontro al di là dell’oceano.

Onorato per questo meraviglioso segno di fratellanza, ragionai fra me e me e mi dissi “Giovanni, inegli Stati Uniti a un incontro ci puoi andare solo in aereo, ma visto che i Bambini di Selvino residenti in Israele sono tanti, perchè non organizzi là una ‘reunion’ e non ci vai in bicicletta?”. 

Così mi misi in contatto con il professor Marco Cavallarin, storico Milanese, da tempo attivamente interessato alla Storia di Selvino e autore dello slogan SALVIAMO SCIESOPOLI e con la sua collaborazione e con quella di Elisabetta Bozzi pianificai un viaggio di oltre 2.300 chilometri, da Varano Borghi fino in Israele, con l’obiettivo di incontrare gli ultimi rappresentanti di quello che fu un gruppo di 800 profughi.

Nel dettaglio, il programma del viaggio prevedeva 2.360 chilometri in andata (via Brindisi), 1.500 al ritorno (via Ancona), e per tre nazioni: Italia, Grecia e Israele. 

Partenza il 20 marzo 2017, da Varano Borghi, e arrivo a Yad Vashem, il Memoriale della Shoah a Gerusalemme, proprio per lo Yom haShoah, il Giorno della Memoria in Israele, che quell’anno cadeva il 24 aprile.

Una tappa al giorno, un luogo della Memoria al giorno, un incontro al giorno per la testimonianza e la sensibilizzazione. 

Il viaggio venne realizzato con la collaborazione del Comitato per la Salvaguardia della Memoria di Sciesopoli Ebraica (gruppo italiano) e dell’ANPI di Magenta, ed ebbe il patrocinio dell’ANPI Provinciale di Milano.

L’importante evento, oltre alla finalità morale della diffusione della Memoria della Shoah, aveva come scopo la sensibilizzazione dell’attenzione per la salvaguardia dei Monumenti-Memoriali nazionali, che spesso vertono in condizioni di degrado.

Il Comitato per la Salvaguardia della Memoria di Sciesopoli Ebraica è nato e si batte proprio a questo scopo.

Le tappe previste dunque, oltre ancora a Selvino, furono i vari luoghi d’accoglienza ai profughi ebrei, del dopoguerra (Tradate, Magenta, Cremona …).

A queste, vennero unite altre doverose tappe nei luoghi e Memoriali dell’internamento fascista, volto oscuro delle nostra storia (Colfiorito, Urbisaglia, Tossicìa, Casoli ...), della deportazione (Binario 21 di Milano, Fossoli …), della Resistenza (Casa Cervi, Arcevia …).

Il percorso in Italia si sarebbe concluso a Brindisi (ventesima tappa nel nostro Paese), da dove mi sarei imbarcato per la Grecia: anche lì avrei visitato alcuni luoghi di Memoria, fra Atene e Capo Sounion

Infine, dalla Grecia verso Israele, al kibbutz Tze’elim dei Bambini di Selvino e a Yad Vashem, il traguardo.

 

​Fu un viaggio memorabile!

 

Lo fu non solo per le emozioni vissute, ma soprattutto per il messaggio che riuscì a veicolare. Ne parlò anche la RAI durante il GIRO D'ITALIA.

 

​Alla storia di Sciesopoli ebraica è stato recentemente dedicato uno spazio espositivo e su uno dei pannelli è descritto questo meraviglioso viaggio.

Il viaggio in Israele ebbe la capacità di far rivivere storie passate. Ne voglio citare una.

Quando arrivai a Tel Aviv in bicicletta,  nel parcheggio del Museo di Arte Moderna mi si avvicinò un signore molto distinto, il quale approcciò in dialetto veneto "Lu es'è italiano, ció?". Al mio sì, questo signore mi chiese ma da dove arrivassi ed io gli risposi " dalla provincia di Varese". Egli con grande gioia mi disse di volermi parlare. Purtroppo era atteso al museo dai "Bambini di Selvino" ormai ottantenni. Cinque giorni dopo il signore distinto mi volle ospite a casa sua: mi disse di chiamarsi Daniele Nissim e mi raccontò che da neonato visse a Varese, dove la partigiana Anna Sala, amica di suo padre e del cognato di suo padre, con il capitano Levi lo aveva fatto arrivare con la sorella Lea per poterlo portare al sicuro in Svizzera con il genitore. A causa di un imprevisto padre, figlio e sorella e  furono tenuti nascosti per circa un anno e mezzo nel paese di Cunardo

Mi misi immediatamente in contatto telefonico con il Sindaco di questo paese della provincia di Varese,  Angelo Morosi e con l'Assessore Paolo Bertocchi, mio amico i quali mi rivelarono di  essere da tempo alla ricerca della famiglia Nissim poiché erano stati ritrovati documenti  che la riguardavo. Nell'ottobre del 2017 Daniele Nissim e la sorella Lea vennero accolti a Cunardo dove fu dataloro  la cittadinanza onoraria.  In questo link, un articolo e il video girato a Cunardo

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