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2019. IN RUSSIA PER I RAGAZZI DEL DON

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KIEV - NIKOLAJEVKA - ARBUZOVKA - MOSCA

100.000 GAVETTE DI GHIACCIO

 

Nel 2014 a Cerano, in provincia di Novara, ad un incontro sul tema della Disfatta italiana sul Fronte Orientale lungo il fiume Don, durante il secondo conflitto mondiale, in cui perirono oltre 90.000 ragazzi italiani, conobbi Francesco Cusaro. Egli è il nipote di un Disperso di Russia di cui porta il nome. Da anni si interessa di questa tragedia e va nelle scuole e tra la gente affichè la si conosca e si mantenga viva la Memoria di quell'assurdo sacrificio. Diventammo amici e nel 2017, di ritorno da Israele, gli confidai l'intenzione di onorare quei 90.000 ragazzi attraverso un viaggio che avrebbe toccato alcune località storicamente significative.

Un brutto incidente mi mise fuori gioco per tutto il 2018 e 

dovetti accantonare il progetto. Solo grazie alle cure del personale sanitario degli ospedali di Varese e Cittiglio riuscii a superare questo difficile momento.

La nuova avventura si concretizzò nel 2019: partii in bicicletta da Kiev in Ucraina, nazione che percorsi fino al confine con la Russia. Da lì puntai verso  Belgorod, quindi verso Nikolajevka, località teatro dell'ultima battaglia combattuta dagli Alpini il 26 Gennaio 1943, in cui perirono oltre 6.000 ragazzi italiani. Da lì, a ritroso rispetto la ritirata delle truppe alpine, raggiunsi Rossosh, nel 1942 sede del Comando Alpino. Puntai quindi a Sud fino a Novaja Kalitva, sulle cui alture erano gli Alpini della Cuneense. Poi mi diressi verso la zona che vide combattere le fanterie e raggiunsi un piccolo villaggio, Arbuzovka, in cui il 22 Dicembre 1942 morirono ben 10.000 ragazzi italiani e 15.000 vennero fatti prigionieri. La conca di Arbuzovka è tristemente nota come LA VALLE DELLA MORTE e in quella zona non ci sono strade asfaltate e il fango, la RASPUTIZA, rende pressochè impossibile gli spostamenti. Le strade cominciarono a fer sentire i loro effetti al braccio operato l'anno prima. Ad ogni buca avvertivo forti fitte di dolore. Modificai perciò il percorso e mi diressi a Millerovo, sede del Comando Italiano durante la guerra. Da lì, in treno, mi diressi per circa 450 km a Nord fino a Tambov e Uciostoje, località che ospitarono tremendi campi di prigionia e in cui perirono tantissime persone, vittime della follia umana. Terminai il viaggio a Mosca, ospite di amici.

Francesco mi aveva avvisato circa le strade, sicuramente ben diverse da quelle che fino ad allora avevo percorso, ma mai avrei immaginato ciò che dovetti affrontare.

La fotografia della mia bici a Nokolajevka o quella scattata sulla via per Arbusovka possono far capire cosa trovai, meglio di qualsiasi spiegazione.

 

Porterò per sempre nel cuore questo viaggio: l'ospitalità e la disponibilità della gente ucraina e russa, il paesaggio rimasto pressochè identico a quello che videro i nostri soldati, il loro ricordo ancora oggi vivo nelle persone che ho incontrato. Venni intervistato dalle televisioni locali, fui invitato dalle autorità affichè spiegassi le ragioni di questa impresa, legata alla Memoria di tutti i Caduti e i Dispersi di tutte le nazioni che fecero quella terribile guerra.

Mi vennero affidati anche alcuni cimeli  e alcuni piastrini di riconoscimento dei nostri soldati, affinchè li consegnassi alle famiglie.

Fu memorabile anche l'accoglienza ricevuta a Mosca, dove potei riposarmi dopo tutti i chilometri macinati.

L'EMOZIONE PROVATA A NIKOLAJEVKA

INTERVISTA RILASCIATA AD UNA TV RUSSA 

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